Afarin Sajedi
Afarin Sajedi was born in 1979, in Shiraz Iran. She studied at the Azad University of Tehran where she received her degree in Graphic Design in 2004. Through an in-depth study of the Italian Renaissance, Sajedi shaped her taste and elaborated her style taking inspiration from European art history and the great masters Heinrich Boll and Gustav Klimt.
Sajedi’s women, painted with a realistic technique on large-size canvases with plain coloured backgrounds, appear as if immersed in a deep sea of silence. The woman and her courage is a central theme in her work. The intense and ironic paintings and characters of Afarin Sajedi evokes at the same time the elaborate nuances of Shakespearean dramas, of Lars von Trier, and the surreal adventures of Cervantes and Calvin. Forks, cups, paper boats, little angels, deer and especially fish, are often fixed on the heads of Sajedi’s female characters, creating the most bizarre hairstyles.
Watering eyes, expressive looks, red lips and cheeks, reveal the internal conflict that women live between love, hope, strength and fear in an emotional pattern that explores the woman’s inner spiritual psychological nature. The eyes, closed or open, are a symbol of the desire to look beyond what we see materially. In Sajedi’s art, the strength and desire for change and justice prevails. This transpires in the strong symbolism of the recurrent fish which alludes to feelings, and to the desire to be able to move freely in one’s imagination, without filters or restrictions.
Sajedi has been featured in numerous solo and group exhibitions in Tehran, Iran. In 2013, she had her first European solo show in Rome with Dorothy Circus Gallery, with which she established a long term collaboration exhibiting both in Italy and in the UK. Her works are collected internationally and are part of prestigious collections.
Website: https://www.afarinsajedi.com/
Instagram:@Afarin Sajedi
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Afarin Sajedi nasce nel 1979 a Shiraz in Iran, e completa i suoi studi a Teheran, dove consegue la laurea in Graphic Design all’ Università Azad. La creatività e la tecnica ineccepibile di Afarin Sajedi le hanno assicurato una posizione di grande rilievo nel mondo dell’arte iraniana.
Tra i diversi soggetti che Sajedi ama ritrarre, siano essi di ispirazione giapponese o clown o personaggi teatrali, vengono quasi sempre raffigurate immagini femminili. I suoi splendidi dipinti sono caratterizzati da una figura centrale, una donna su sfondo nero, che viene spesso interrotto da pesci dorati che attraversano un mistico scenario. Le donne di Afarin, dipinte da scuri pennelli su enormi formati, sono come immerse in un mare profondo di quiete e rassicurante silenzio. Il simbolismo dei pesci allude all’instabilità e alla mutabilità dei sentimenti, e al desiderio di potersi muovere liberi nella propria immaginazione, senza filtri né restrizioni.
In tutte le sue opere, le figure escono letteralmente fuori dal buio, manifestando la volontà dell’artista di descrivere le emozioni delle donne: sia il dolore che la gioia di abbandonare la sicurezza delle loro case per scoprire la vita nel mondo esterno. Volti enigmatici, per scelta o necessità, che oltrepassano i confini etnici, culturali e religiosi, rappresentano la metafora universale della complessità della personalità femminile ed esprimono quello che spesso le donne non riescono a dire. La Donna è il tema chiave, introversa e a volte infelice ma sempre forte. La Donna che filtra le esperienze dai suoi occhi, lucidi o talvolta coperti da buffi occhiali. Occhi, chiusi o aperti, come simbolo del desiderio di guardare oltre ciò che vediamo, uno sguardo rivolto all’anima, che lascia entrare la luce e il dolore come da una fessura invisibile fino nelle sue parti più oscure. In ogni suo progetto, Sajedi rappresenta un diverso scorcio di vissuto, sottolineandolo con marcati e bizzarri makeup.
“Le donne amano usare il make up poiché permette loro di indossare un altro volto” dice l’artista. La sua palette, in qualche modo ispirata dalle atmosfere del “Clown” di Heinrich Boll e dalle suggestioni delle opere di Gustav Klimt, intende animare la sensazione di dolore e la capacità della donna di sostenere qualsiasi ruolo e situazione in cui decida di avventurarsi. I dipinti e i personaggi di Afarin Sajedi, intensi e ironici, evocano nello stesso momento le sfumature elaborate dei drammi shakespeariani, e di Lars von Trier, e delle surreali avventure di Cervantes e Calvino.
Sajedi ha partecipato a numerose mostre collettive e personali a Teheran con la Etemad Gallery. Ha avuto la sua prima mostra europea a Roma, quando è stata invitata a esibire il suo lavoro nella prestigiosa location di Palazzo Valentini per “Inside Her Eyes”. Nel 2013 i suoi dipinti sono stati esposti accanto ai rinomati artisti americani Colin Christian e Sas Christian, insieme all’artista italiana Francesca di Nunzio, in un four person show “God is Her Deejay”, curato dalla Dorothy Circus Gallery a Roma. Nel 2015 Sajedi è stata invitata dalla La Citè Internationale Des Arts per una Residenza di tre mesi in Francia a Parigi. Attualmente vive e lavora a Teheran.