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Erik Jones was born in 1982 in a sunny beach community in St. Petersburg, Florida. He received a Bachelor of Arts at Ringling College of Art and Design in 2007.
After college, while working mainly as illustrator, Erik toured the US, showing his works at various pop-culture and art conventions. He gradually made his way to Brooklyn, New York, in 2009, where he currently lives. In New York, he also started exhibiting his works with Thinkspace Gallery. Since his mother proclaimed him as the next Picasso at a very young age, Erik has been creating outstanding pieces. His work now focuses on painting primarily for, but not limited to, galleries.
Erik’s work is vibrant and colorful, expressing a heightened sense of realism, captured in his female subjects, juxtaposed with sporadic mark making and nonrepresentational forms that could be said to mimic geometric high-end fashion. This effect is achieved by using multiple mediums such as watercolor, colored pencil, acrylic, water-soluble wax pastel and water-soluble oil on paper.
His technically complex mixed-media works combine the figurative with the geometric in seamless collusion and concert. Jones’ hyper-realistic figuration is offset by geometric patterns and momentums that seem to live and breathe as symbiotic organisms. The figure is ensconced by these colorful geometric expanses, as each “wears” the other and becomes virtually indivisible from its counterpart. Clothed by pattern and color, the body is set within and against expressionistic modules of sculpted graphic space.
Among his early influences there are pinup painters such as George Petty, Alberto Vargas, Gil Elvgren and other 1960’s illustrators who focused more on the female form, such as Coby Whitmore and Robert McGinnis.
While his style could be easily compared to comics, these last have never been a passion of Jones: only their bright colors and strong line quality have influenced his early work.
Jones’ portraits are dazzling celebrations exhibited with elegant bouquets of color dressing the figures within. The body of work may look like a dreamlike parallel universe but, as the artist himself states, his creations are not dreams; they exist in front of the viewer, placed on canvases and paper with skill and thoughtful reverie, as if looking at a real living being.
Jones’ futuristic view recognizes his portraits as conceptual fashion design; the shapes that dress the subjects are, indeed, living to suit the individual’s needs while maintaining their own beauty for themselves.
Recently, he displayed his works at Hashimoto Contemporary gallery in L.A; in 2015, he also took part in SCOPE Miami for the second time, with Joseph Gross Gallery and Thinkspace Gallery. In 2015, Erik Jones had his first European solo show at Dorothy Circus Gallery, “In Colour”. In April 2016, a new solo exhibition of him will be hosted by Jonathan Levine Gallery (NYC).
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Erik Jones è nato nel 1982 in una piccola e soleggiata comunità sul mare, a San Petersburg in Florida. Ha conseguito la laurea presso il Ringling College of Art and Design nel 2007.
Dopo aver terminato gli studi, mentre lavorava come illustratore, Erik ha viaggiato per gli Stati Uniti, esponendo le sue opere in moltissime conventions di arte e pop-culture. Si è affermato gradualmente a Brooklyn e a New York nel 2009, dove vive attualmente. A New York Jones ha anche iniziato ad esporre i suoi lavori con la Thinkspace Gallery.
Sin da quando, da bambino, sua madre lo ha proclamato il “prossimo Picasso”, Erik ha creato strabilianti opere. Attualmente il suo lavoro si concentra sul dipingere principalmente (ma non solo) per gallerie.
Il lavoro di Erik è vibrante e ricco di colori, capace di esprimere un raffinato realismo racchiuso nei suoi soggetti femminili. Ad essi si affiancano sporadiche forme astratte che sembrano imitare esclusive figure geometriche. Tale effetto è ottenuto tramite l’utilizzo di molteplici materiali, come acquerelli, matite colorate, acrilici, pastelli idrosolubili a cera e ad olio su carta.
Recentemente, Jones ha esposto le sue opere nella galleria di Los Angeles Hashimoto Contemporary. Precedentemente a questa personale, l’artista ha partecipato per la seconda volta a SCOPE Miami, con la Joseph Gross Gallery e la Thinkspace Gallery. Inoltre, una delle sue opere è stata inserita come copertina del volume n° 27 della celebre rivista di arte contemporanea Hi Fructose.
I suoi lavori dalla tecnica complessa, costituita dall’utilizzo di diversi materiali, combina il figurativo con il geometrico, creando collusioni e concerti di colori senza soluzione di continuità. Le figure iper-realistiche di Jones sono controbilanciate da motivi geometrici e slanci artistici che sembrano vivere e respirare come organismi simbiotici. Il soggetto è sempre adagiato su questi tratti geometrici colorati; entrambi sembrano vestirsi l’un l’altro, diventando quasi indivisibili. Rivestito da fantasie e colore, il corpo dell’opera è posto all’interno di moduli espressionisti in uno spazio grafico attentamente scolpito.
Tra le sue prime influenze troviamo i pittori pinup George Petty, Alberto Vargas, Gil Elvgren, ed altri illustratori degli anni ’60 che si sono maggiormente concentrati sulla figura femminile, come ad esempio Coby Whitmore e Robert McGinnis.
Mentre può apparire istintivo paragonare lo stile di Erik Jones con i fumetti, questi ultimi non hanno mai rappresentato una passione per l’artista. Solo nei primi lavori di Jones troviamo i colori accesi e una forte qualità della linea caratteristici dello stile fumettistico.
I suoi ritratti sono accecanti celebrazioni messe in mostra con eleganti bouquet di colori che rivestono le figure. Il corpo di lavoro può apparentemente sembrare quello di un parallelo universo sognante ma, come l’artista stesso dichiara, le sue creazioni non sono sogni. Esse esistono dinanzi all’osservatore, su tele arricchite con grande abilità da ragionate fantasticherie, quasi come se si stesse guardando degli esseri viventi veri e propri.
Le visioni futuristiche di Jones vedono i suoi ritratti come modelli concettuali; le forme che vestono i soggetti esistono infatti per adattarsi alle necessità dell’individuo, mentre la loro bellezza viene mantenuta dentro di esse.
Nell’Ottobre 2015, la Dorothy Circus Gallery è stata orgogliosa di presentare la prima personale in Europa di Erik Jones.